Più che un piatto, è un rito conviviale che prevede la condivisione del cibo in forma collettiva da parte dei commensali, che lo attingono tutti insieme da un unico recipiente (in lingua piemontese diàn o fojòt).
Per tradizione è un piatto tipico del periodo della vendemmia, quindi da consumare prevalentemente in autunno ed in inverno: una delle leggende sulla sua nascita vuole proprio che venisse preparato per ricompensare i vendemmiatori del lavoro prestato.
INGREDIENTI
per 4 persone
- 250 gr di acciughe sotto sale
- 100 gr di burro
- 300 gr di olio
- 20 spicchi d’aglio
- Latte
- Cardi (quelli detti “gobbi” che abbiano rigorosamente preso il gelo)
- Rape
- Peperoni “muià”
PREPARAZIONE
Pulire le acciughe con un foglio di carta da cucina (non lavarle) e diliscarle. Far scaldare l’aglio tagliato a fettine in un pentolino con il latte per 20 minuti: risulterà molto più digeribile. Metter nel “fojòt” (tegame di terracotta da usarsi solo per la bagna cauda) l’aglio scolato dal latte, l’olio e le acciughe mescolando per 20 minuti fino ad avere una crema. Aggiungere il burro e mescolare ancora cuocendo per qualche minuto.
Va mangiata calda (non deve però mai bollire, ma soltanto sobbollire) intingendo pezzi di cardi, fette di rapa, peperoni “muià” nell’aceto.
Molti propongono anche altre verdure, come le barbabietole, la verza, i topinambours, i sedani, ma così, a mio parere, la si banalizza.*
Il tocco finale: quando sarà rimasta poca bagna, spaccare un uovo intero e dare ancora un attimo di calore.
Da accompagnare con una Barbera giovane e fresca e con un pane di campagna.
*nota dell’autore Roberto De Silva.