Aperto lo scorso settembre a Milano nella splendida cornice del cinquecentesco palazzo Cagnola, il ristorante DVCA è la meta perfetta per una clientela che cerca eleganza e raffinatezza nei piatti e nella location.
Nel luogo che accolse la cancelleria tedesca e il quartier generale di Radetzky durante i Moti del 1848, i fratelli Manolo e Karol Teruzzi insieme a Mauro Livraghi hanno dato vita a una cucina attenta ai prodotti e ai sapori genuini della tradizione italiana, selezionando solo materie prime di alta qualità e curando con attenzione la scelta dei vini.
In questo straordinario scenario non poteva mancare Il Botolo, che con i fratelli Teruzzi condivide la costante ricerca verso l’eccellenza.
Da sinistra Mauro Livraghi, Manolo e Karol Teruzzi
Ne parliamo con Karol, il maître del DVCA.
Botolo: Avete riaperto nel centro di Milano con un nuovo ristorante, che effetto fa essere nel cuore della città?
Karol: Oggi Milano è l’ombelico del mondo. Expo ha dato un forte impulso, la qualità di vita è migliorata e si è trasformata in una città internazionale, con un nuovo skyline che la proietta nel futuro.Essere alla guida di un ristorante apprezzato non solo da centinaia di turisti, ma anche dai milanesi, è veramente il massimo per noi: un privilegio che non cambierei con nessun’altra città al mondo.
B: Chi è oggi la vostra clientela?
K: Molti dei nostri clienti ci seguono fin da quando abbiamo iniziato la nostra attività di ristoratori 12 anni fa: questo ci dà sicurezza e ci conferisce anche affidabilità. Oggi, essere presenti in una zona così prestigiosa, tra il Castello Sforzesco e il Duomo, ci permette di entrare in contatto con una clientela davvero interessante, esigente e molto piacevole da servire. Abbiamo avuto un riscontro davvero familiare, addirittura superiore alle aspettative, un’accoglienza decisamente friendly.
B: Parliamo di cucina, quanto è importante per voi unire la tradizione con l’innovazione?
K: Siamo cresciuti con la cucina della mamma, bravissima cuoca, quindi per noi la tradizione è fondamentale. Ora abbiamo strumenti anche tecnologici che ci permettono di fare grandi passi avanti, ma non dobbiamo stravolgere le nostre radici: per questo nella cucina di Manolo, mio fratello, possiamo dire che ci sia l’innovazione nella tradizione.
Ci siamo divertiti ad esempio a reinventare la cotoletta, utilizzando per l’impanatura i nostri grissini fatti in casa e cotti al forno al posto del pane, ma è stato il frutto di anni e anni di esperienza e non di pura vanità: in cucina, come nei vini, l’innovazione va sempre fatta nel rispetto nelle nostri origini.
B: Cos’è per voi il Vino?
K: Il vino è una parte fondamentale in un ristorante e per noi è sinonimo di ricerca costante e meticolosa: offriamo ai nostri clienti solo vini in cui crediamo fortemente.
La gran parte della nostra carta è formata da piccoli e medi produttori che non si trovano nella grande distribuzione, ma che fanno dei vini eccezionali: questa è la vera forza dell’Italia che ci rende leader nel mondo. La nostra “missione” è proprio quella di trovare delle chicche di eccellenza che abbiano qualità, storie e valori straordinari da proporre ai clienti, facendo loro scoprire un mondo che probabilmente non conoscevano ma che ogni volta li stupisce.
B: Quali sono gli abbinamenti dei vostri piatti migliori che consiglieresti con i vini Botolo?
K: I vini bianchi del Botolo mantengono una piacevole freschezza e un’ottima persistenza, con una punta di acidità che li rende perfetti con tutti i piatti di pesce, soprattutto con i crostacei come gamberi e scampi, che noi serviamo crudi.
Ad esempio, il Piemonte Chardonnay del Botolo si sposa perfettamente con il nostro antipasto con la capasanta.
Sono vini che si lasciano bere molto bene, non sono stucchevoli e vorresti non finissero mai. Il segreto del buon vino è proprio questo, non ti deve stancare. Prendiamo il Piemonte Chardonnay Barrique: pur mantenendo dei sapori e dei profumi ricchi e complessi risulta sempre molto piacevole da bere, grazie ad una freschezza che lo rende fantastico.
Anche il Moscato d’Asti piace molto, per tanti clienti è stata una vera scoperta e gli amanti di questo vino hanno confessato di trovare nel Botolo un’etichetta fuori dagli schemi.
Posso dire che la risposta da parte dei clienti è stata subito positiva, tanto che quando tornano qui mi chiedono “puoi portarmi il vino con il cagnolino?” Il logo del Botolo è infatti geniale, è il suo tratto distintivo che permette a tutti di affezionarsi.
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